theinkspell

Recensione: Terminal List di Jack Carr


✩ Recensione ✩

Buongiorno Inkers e buon martedì, come state? Io tutto okay, sono a meno due libri dallo completare la TBR di Marzo e sono molto contenta perché potrei addirittura avere spazio per infilarci dei titoli non in programma. Vedremo.
Comunque, a proposito di fuori programma, oggi c'è una recensione sul blog. È fuori programma perché in realtà avevo deciso di fare il famoso post sul rating di cui vi parlavo qualche giorno fa, ma siccome ieri ho miracolosamente terminato di botto "Terminal List" di Jack Carr, edito da Longanesi - che ringrazio per la copia cartacea omaggio - non potevo non mettermi subito alla tastiera per parlarvene.



TRAMA:
THE TERMINAL LIST
JAMES REECE #1
Jack Carr

⭐⭐⭐⭐

Editore: Longanesi
Prezzo: Cartaceo 18,60€ | Ebook 9,99€
Pagine: 416
Data uscita: 7 Marzo 2019
Genere: Thriller

Una missione che si trasforma in strage. Un complotto ai vertici del potere. Un eroe nascosto nell’ombra per portare a termine una terribile vendetta.

Nel corso dell’ultima missione in Afghanistan per le forze speciali Navy Seal degli Stati Uniti, l’intera squadra del tenente ­James Reece viene sterminata in una catastrofica imboscata, così come accade ai membri dell’unità inviata in soccorso. Ma quando anche le persone a lui più care vengono uccise il giorno stesso del suo ritorno a casa, Reece scopre che la scia di morte non è opera di un nemico straniero, ma di un complotto che ha radici ai più alti livelli del governo americano. E ora che gli hanno strappato via tutto, nessuno potrà fermarlo.
Rimasto solo al mondo e libero da ogni vincolo, Reece si trasforma nell’incarnazione del detto «Non esiste uomo più pericoloso di chi non ha più nulla da perdere». Impiegherà tutte le proprie forze e le lezioni apprese nei dieci anni di missioni in territori di guerra al solo scopo di vendicare le morti dei compagni e delle persone più amate. Ma per raggiungere i suoi bersagli ai gradini più alti del potere, non potrà avere alcun rispetto per le leggi o per il codice militare.
Attraverso l’esperienza degli oltre vent’anni di servizio nei Navy Seal, Jack Carr costruisce un thriller davvero unico. Grazie al ritmo concitato delle sue pagine, dove nulla viene risparmiato al lettore, ognuno di noi potrà entrare nella mente di un guerriero disposto a tutto pur di veder compiuta la propria terribile missione.
SERIE: JAMES REECE
1. Terminal List 2. True Believer (inedito)

Voi lo sapete: io non sono una fan dei thriller. Quanto meno da leggere, perché i film li guardo in ogni salsa. Però no, coi libri dev'esserci davvero qualcosa di speciale nel libro perché mi prenda, perché non mi faccia rinunciare alla prima pagina. Quindi non vi sorprenderà, viste le quattro stelle, se vi dico che "Terminal List" di Jack Carr mi ha pienamente soddisfatta, no? Insomma, se lo dico io, qualcosa di buono deve averlo!

La trama, ma già solo il trafiletto sulla copertina, dice tutto quello che c'è da sapere su questo libro. James Reece è un Navy SEAL che viene incastrato per la mal riuscita di una missione in Afghanistan e che al suo ritorno in patria si vede la famiglia trucidata e decide, quindi, di diventare un angelo vendicatore.
La trama di un film, non vi sembra? Beh, posso dirvi che questo è uno dei punti di forza di questo libro: leggerlo è come guardare un film. Non si resta mai fermi, non c'è mai pace, l'azione è costante, c'è ritmo, le scene sono tagliate e inquadrate come se ci fosse un regista dietro la penna.

In quanto leader, devi innalzarti al di sopra della tempesta e concentrarti su ben altre questioni che la tua mera sopravvivenza individuale. Devi dirigere il fuoco e il movimento dell’intera unità e resistere all’istinto di accontentarti di essere un fucile tra i tanti. L’intera operazione si riduce a una valanga impazzita di decisioni da prendere alla cieca.

Lo stile di Carr è magnetico, anche quando non parla del protagonista, quando ti racconta vita, morte e miracoli di personaggi a malapena terziari, non si riesce a staccare gli occhi dalle pagine. Certo, personalmente avrei volentieri evitato l'enciclopedia sulle armi integrata alla narrazione (c'è un glossario in fondo al libro che fa riferimento a tutti i nomi tecnici delle armi che, davvero, non erano necessarie), ma una volta capito che le sigle me le scriveva in maiuscolo, il mio cervello le bypassava direttamente.

Reece è un personaggio che mi è piaciuto, e anche se capisco perché alcuni dicono che non è abbastanza vissuto del lutto, capisco anche perché l'autore abbia scelto di far sembrare Reece quasi un automa nella sua vendetta. Ci sono alcuni precisi momenti in cui il dolore per la perdita della famiglia è evidente, ma per la maggior parte del tempo è come se tutto fosse anestetizzato, compartimentalizzato, come se Reece si impedisse di provare quel dolore perché sa di avere il tempo contato - e non solo perché è ricercato - e quindi deve portare a termine la sua vendetta prima di potersi lasciare andare.
In realtà c'è da dire che nell'ultimo 30% più che provare dolore per la perdita, il nostro protagonista di trova a fare i conti con la sua umanità. Sta facendo la cosa giusta nel cercare vendetta o è solo un altro mostro?

Dallo zaino prese un vecchio e consunto cappellino da baseball e se lo calcò con la visiera sugli occhi. Solo in pochissimi, e quasi tutti ormai morti, avrebbero compreso la scritta sul davanti: CI VEDIAMO PRESTO, RAGAZZI.

Il finale è quel tipo di conclusione che la mia compare F definirebbe un Happy For Now. Senza farvi spoiler posso dirvi che non è un cliffhanger, ma non è nemmeno una chiusura pulita. Se un lettore non avesse voglia di leggere il libro successivo, sarebbe libero di interpretare a suo piacimento il destino dei personaggi alla fine del libro.

Tra l'altro, leggendo le recensioni americane, ho visto un sacco di punteggi bassi perché secondo quei lettori c'è una presa di posizione politica, da parte dell'autore, troppo marcata, come se volesse convincerti che una fazione sia meglio di un'altra. Personalmente questa spinta non l'ho avvertita, forse perché non conosco né vivo in ambiente americano, ma ci tengo a precisare che nel libro non c'è niente di più esplicito di quello che normalmente si trova nei film che passano al cinema basati su cospirazioni intestine al governo americano.

«Reece, ti ho mai raccontato di mio nonno?»
«Non mi pare. Quale nonno, paterno o materno?»
«Materno. Faceva lo sceriffo, giù in Texas. Uno stronzo appena uscito di galera l’ha assassinato a sangue freddo. Ti parlo del 1977, io all’epoca non ero ancora nata. Il tizio che l’ha ucciso se n’è rimasto trent’anni nel braccio della morte a mangiare a ufo tre volte al giorno. E alla fine la corte d’appello ha stabilito che nel suo caso non si poteva applicare la sedia elettrica. Sai, è pieno di avvocati straricchi di Harvard che fanno la fila pur di difendere gente del genere. E a noi invece chi è che viene a darci una mano? Io non ho mai conosciuto mio nonno e la mia famiglia non ha mai ricevuto giustizia. I tuoi compagni SEAL, i Ranger, i piloti e l’equipaggio degli elicotteri... nessuno di loro ha potuto riabbracciare la propria moglie, allenare la squadretta di baseball dei figli o accompagnare la loro piccolina a fare una passeggiata. Uno di quei piloti del 160º, Hansen, ha fatto il corso di aviazione con me. Lo chiamavano tutti lo svedese perché sembrava davvero una specie di vichingo. Voleva diventare pilota d’assalto, ma non è mai riuscito ad andare oltre le squadre di soccorso. A casa lo aspettavano la moglie e tre bambini. L’ultimo non è nemmeno riuscito a vederlo, era nato pochi giorni prima dell’imboscata. Data l’importanza della missione a cui eravate stati assegnati, non avevano potuto mandarlo a casa in licenza. Se penso a sua moglie o ai suoi figli, mi si spezza il cuore. E tu non troverai mai più Lauren e Lucy ad aspettarti a casa, non proverai mai la gioia di stringere tra le braccia il tuo secondogenito.

Una cosa che sicuramente fino a circa l'80% è mancata è un po' più di suspense. Fin dall'inizio sappiamo chi sono i cattivi, cos'hanno fatto e perché, il libro quindi si sviluppa sulla ricerca di Reece prima e sulla sua vendetta dopo e lo fa in modo liscio, quasi senza intoppi. Si ha la fretta di andare avanti, sapere chi sarà il prossimo e come morirà e ammetto che sono rimasta colpita dalle capacità dell'autore di pensare gli stratagemmi che, per un po', permettono al protagonista di far passare i suoi omicidi come incidenti, ma allo stesso tempo mi è mancato un po' di mistero, un po' di difficoltà. Per fortuna questa mancanza viene sopperita nella parte finale dove tutto si svolge tenendo il lettore davvero col fiato sospeso.

Insomma, come avrete capito non è un libro perfetto, ma a me è piaciuto molto, sarà che è così raro trovare thriller che mi piacciano, ma ora voglio proprio leggere il secondo e spero che Longanesi ce lo porti!

Il sistema continuerà a proteggere gli Hartley, che diventeranno di giorno in giorno sempre più ricchi e potenti. Lei arriverà alla Casa Bianca e tu nel frattempo starai ancora cercando di convincere qualcuno a credere alla tua strampalata teoria del complotto. No, Reece, se sei venuto da me nella speranza che ti dicessi che fai male, be’, mi sa che hai sbagliato persona. Vedi di rintracciare uno per uno questi figli di puttana e poi vendica la tua famiglia e quelle dei tuoi fratelli SEAL.» Fece una pausa. «Uccidili, Reece. Uccidili tutti.»

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Che ne dite Inkers?
Qualcuno che vuole leggerlo?




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